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Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2022
XXVI Edizione

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2023
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:
  • La data di scadenza prevista del 30-01-2022 è stata prorogata al 28-02-2022
  • La Giuria rende noti i risultati in data 31-05-2022


Antologia del Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2022 spedita dal 29-11-2022 al 07-12-2022 – Inviata a mezzo email in data 12-09-2022 la bozza dell’antologia – Inviata in data 25-03-2022 a mezzo email la lettera di ammissione all’antologia che racchiuderà la migliori opere partecipanti al Premio.

  • La premiazione si è svolta a Melegnano (Milano) sabato 11 marzo 2023 durante l’Open Day del Club degli autori. Online le fotografie

  • Risultati

    La Giuria della XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2022, presieduta da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute in concorso, rende nota la seguente classifica:




    Opera 1^ classificata: «Nell’imbroglio della sera» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa).
    Vince: Targa Il Club dei Poeti – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio e su Internet club.it.
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Sergio Baldeschi emerge la percezione esistenziale avvertita da “un’anima in ostaggio”, protesa ad oltrepassare la dimensione del silenzio, quando il poeta confessa “m’illudo di esistere”, come fosse decretazione d’una condizione stravolta dalla vertigine immane.
    La sua Parola risulta sempre precisa e raffinata, capace di fissare fedelmente l’intenzione lirica.
    La visione poetica risulta tagliente, lacerante e penetrante, ma la chiusa della lirica invoca un sigillo salvifico, innalzando uno sguardo al cielo in cerca di un “prodigio d’amore” che “accenda la vita”». Massimo Barile




    Opera 2^ classificata: «Nel buio profondo che mI rassomiglia» di Vittorio Di Ruocco, Pontecagnano (Salerno).
    Vince: Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia e su Internet club.it.
    Questa la motivazione della Giuria: «(La poesia è dedicata a tutti i sordociechi) “Nel buio profondo” si può essere fagocitati come in un gorgo infernale e, se ogni rumore è silenzio e la luce è stata “rubata agli occhi”, la sensazione di affondare in un abisso diventa ancora più forte.
    Vittorio Di Ruocco indaga e fissa fedelmente tale condizione esistenziale con una lirica vibrante e pervasa di forte sensibilità.
    Nell’assoluto vuoto del silenzio che divora, le lacrime sono dentro l’anima che “brucia” ed emerge la speranza di accarezzare “il dolce volto” dell’esistenza attraverso “nuovi sensi”.
    La sua Parola rende, nel modo migliore, l’intenzione lirica di un’immersione nel mondo di un sordocieco». Massimo Barile




    Opera 3^ classificata: «Quel che resta dell’eternità» di Antonella Padalino, Alpignano (Torino).
    Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia e su Internet club.it.
    Questa la motivazione della Giuria: «Antonella Padalino propone una lirica dove la ricerca dei ricordi e dei “sogni dimenticati” si accompagna alla malinconia che attanaglia l’animo, ed il frangersi delle onde del mare sembra ridurre in “brandelli” l’anima.
    Il vento disperde il “pensiero”, ma le emozioni riemergono dal cuore e colmano il vuoto: ecco allora illuminarsi l’atto d’amore salvifico d’una lunga notte che catapulta “nell’infinito blu”». Massimo Barile




    Opera 4^ classificata: «Vertigine» di Lucia Lo Bianco, Palermo. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Lucia Lo Bianco è pervasa d’un senso di fragilità e di smarrimento, tra silenzi ed oscillazioni “sull’orlo dell’abisso”.
    La visione lirica della poetessa alimenta le percezioni e le emozioni che sono sempre sentite nel profondo dell’animo.
    La vertigine assale, supera l’inganno e l’attesa, mentre “gocce di vita” penetrano l’indifferenza nel luogo della nostra solitudine». Massimo Barile




    Opera 5^ classificata: «Euphoria» di Matteo Buccella, Isorella (Brescia).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella vita ci muoviamo su una simbolica scacchiera “cogliendo” le occasioni e generiamo l’universo di possibilità: con la consapevolezza che ogni singola mossa sarà fondamentale per il percorso da seguire.
    La decretazione del poeta riconduce alla considerazione che la vita è stata vissuta intensamente e profondamente ed il cuore ha vissuto numerose partite: ecco allora che diventa simbolo “dell’abbondanza d’euforia/ in un tempo lacerante”». Massimo Barile




    Opera 6^ classificata: «Il profumo del vento» di Emilena Cardi Cigoli, Genova.
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Emilena Cardi Cigoli le percezioni del sogno e della poesia si fondono e si miscelano in una dolce armonia della vita nel suo significato più autentico.
    I versi che offre la poetessa, intensi ed evocativi, “avevamo seminato fiori che profumavano di vento/ sul sentiero del nostro amore”, diventa un lascito poetico alla donna amata, dolce e struggente ricordo che innalza il canto d’amore al cielo». Massimo Barile




    Opera 7^ classificata: «Tu eri» di Francesco Sonis, Mogoro (Oristano).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Francesco Sonis Mogoro rappresenta un atto d’amore offerto dal poeta attraverso il recupero memoriale esistenziale della figura d’una donna che era “tutte le donne sognate”; la simbolica “rosa del giardino” di un adolescente; femmineo incanto d’amore sotto le stelle, ed anche “nostalgia nel cuore” nel rimembrare quell’amore». Massimo Barile




    Opera 8^ classificata: «Bassorilievi» di Marino Beltrame, Savona.
    Questa la motivazione della Giuria: «Marino Beltrame offre la visione lirica dell’esistenza come un continuo simbolico “scolpire” la nostra vita, pur sapendo bene che il nostro destino sarà il vuoto a causa della nostra finitudine.
    I brevi versi del poeta diventano sigillo lirico della percezione della limitante condizione umana, semplice pulviscolo cosmico destinato a sfaldarsi e lasciare il “vuoto”». Massimo Barile




    Opera 9^ classificata: «L’isola dei Cipressi» di Dario Marelli, Seregno (Monza e Brianza).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Dario Marelli vive di suggestioni e d’un intenso recupero memoriale che diventa dolce ricordo delle “cose semplici”, della vita com’era un tempo andato: il lavoro nei campi, il focolare domestico, la quiete del riposo, ed una Bibbia “sgualcita” sul comodino.
    Grazie alla sua Parola, intensa ed appassionata, il poeta regala le immagini ed i luoghi d’un vivere antico e d’un amore senza tempo». Massimo Barile




    Opera 10^ classificata: «Futuro anteriore» di Giacomina Nolli, Goito (Mantova). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Giacomina Nolli rappresenta una sorta di rivisitazione esistenziale davanti al tempo che scorre inesorabile tra le dita.
    I sentimenti ed i desideri, le delizie e le parole sincere di una “novella Penelope speranzosa”, si miscelano con la consapevolezza di vivere un “incerto presente”». Massimo Barile




    Dal quarto al decimo vincono: Attestato – Buono valido per avere 30 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio e su Internet club.it




  • La premiazione si è svolta a Melegnano (Milano) sabato 11 marzo 2023 durante l’Open Day del Club degli autori. Online le fotografie



  • Opere vincitrici



    Sergio Baldeschi


    Opera 1^ classificata


    Nell’imbroglio della sera


    Nell’imbroglio della sera,
    prendo in ostaggio l’anima
    per spurgarmi dal silenzio
    che molesta le attese.
    Vaccinato fuori e dentro,
    faccio l’oracolo alle ansie
    e nel ventricolo digerente,
    m’inietto una tazza di luna.
    A flemma di stalattite
    mi calcifico sopra un cono d’ombra,
    accendo il dogma di cristallo
    e nell’angelica devozione
    che plagia l’incompiuto,
    m’illudo di esistere.
    Dentro ore senza volto,
    resto in balia dell’etere
    e con le grinfie appuntite,
    semino palpiti d’amore
    tra le zolle di un falso palinsesto.
    Svuotato nel cranio
    dal cicalante nulla,
    compro pensieri in offerta speciale
    e li rivendo a me stesso.
    Un sussulto mi desta
    dal mondo dei morti,
    da quell’infecondo torpore
    che stravolge copioni
    e calici corrompe.
    Con lo sguardo elevato
    verso la sommità delle stelle,
    cerco un prodigio d’amore
    che per sventatezza o pigrizia,
    spenga la curva del tempo
    e m’accenda la vita.




    Vittorio Di Ruocco


    Opera 2^ classificata


    Nel buio profondo che mi rassomiglia


    Dedicata a tutti i sordociechi affinché possano vivere sempre con dignità la propria esistenza


    Non ha confini il mondo che mi sfugge
    nel buio profondo che mi rassomiglia
    e a tratti come un gorgo mi travolge.
    È stato forse un breve sortilegio
    a rendere i miei occhi come specchi
    due scudi impenetrabili alla vita
    che non fa più rumore del silenzio.
    Perché il destino cinico e perfetto
    mi ha sfigurato con le sue cesoie
    rubandomi la luce e la speranza
    di catturare l’anima del vento
    l’urlo del mare che sciaborda intorno,
    il tuono, il lampo, il rosso del tramonto,
    il bianco scintillante dell’aurora?
    Le lacrime però non le nascondo
    sono diamanti labili e fuggenti
    forgiati dentro l’anima che brucia
    al devastante fuoco dell’inferno.
    E mentre affondo nel più tetro abisso
    cercando con le mani una carezza
    che mi faccia sentire ancora vivo
    c’è chi mi sventra con le sue parole
    a offendere la mia diversità
    come se fosse pena da scontare
    per la mia sola colpa d’essere nato.
    Ah malasorte iniqua e truculenta,
    perché mi hai condannato al buio perenne
    all’assoluto vuoto del silenzio
    lasciandomi cadere nell’abisso
    oscuro e inenarrabile del nulla
    che mi divora come un buco nero?
    Signore mio, concedimi la morte
    oppure dammi in cambio la speranza
    di poter catturare la bellezza:
    con nuovi sensi fammi accarezzare
    il dolce volto della mia esistenza.




    Antonella Padalino


    Opera 3^ classificata


    Quel che resta dell’eternità


    La mia mente è senza riposo,
    cerca sogni dimenticati.
    Si fanno pallidi
    i ricordi di mari infiniti
    sulla battigia stanca
    dei miei patimenti.
    La morsa della malinconia
    si fa struggente
    come le onde che,
    infrangendosi sulla scogliera,
    riducono in brandelli, la mia anima.
    Si fa eremita il pensiero che
    in questa lunga notte,
    il vento disperde impietoso,
    attraversando i sentieri del tempo.
    Ed è così che
    il tintinnio delle emozioni,
    bussa alla porta del cuore,
    materializzando
    parole che prendono forma,
    colmando il vuoto
    degli stantii sentimenti e, bruciando
    quel che resta dell’eternità.
    In cielo
    uno scarabocchio di luna
    firma l’ennesimo
    atto d’Amore,
    in questa notte stanca.
    Si piegano i rami al fluire del vento,
    mentre tutto intorno
    resta immobile e fermo
    nel buio
    dell’infinito blu.




    Lucia Lo Bianco


    Opera 4^classificata


    Vertigine


    Vertigine l’aria che rivesto
    mentre sfioro terra umida
    e adagio le fragili difese su
    un tappeto di foglie smarrite.
    Passerà questo tempo di colori
    dove i sensi vagano affranti,
    scorreranno fili di trama tessuta
    in ore scure di notti insonni,
    quando s’odono silenzi opachi
    e un gomitolo insegue il vento
    e i rumori disegnati dalla luna.
    In bilico sull’orlo dell’abisso, vacillo,
    ondeggio senza meta, travalico
    l’inganno delle ore, palpito
    al lume di  stelle di scomposta luce.
    Si spegne la fiammella, trema
    il destino nell’attesa, gocce di vita
    come lacrime brunite di pioggia
    penetrano i muri dell’indifferenza.


    È vita al davanzale che coltiva ancora
    i bianchi sogni dentro albe evanescenti
    e li disperde come polvere di sabbia
    dentro angoli di mondo custoditi
    nel castello della nostra solitudine.




    Matteo Buccella


    Opera 5^ classificata


    Euphoria (/ευϕορια)


    Come su una scacchiera,
    cogliamo le occasioni che ci si presentano
    Collegando la mano e la mente
    nell’istante che viviamo
    Creiamo un intero universo di possibilità.


    Ogni mossa è fondamenta per la futura
    radici che s’intrecciano in un prato
    Così è lo scorrere del mio respiro.
    Un’abbondanza di euforia
    in un tempo lacerante.


    L’ho usato tanto questo cuore.
    L’ho vissuta tanto questa vita.
    Di questo attimo
    mi manca tutto il tempo in cui non l’ho vissuto.
    Ho desiderato davvero questa partita.


    Resisti, cuore mio
    Non c’è una rivincita.




    Emilena Cardi Cigoli


    Opera 6^ classificata


    Il profumo del vento


    Quando il mio ricordo
    sarà solo un volto senza nome per te
    ti guarderà con gli occhi pieni di rimpianto
    e non parlerà più,
    ma tu ne sentirai i lamenti.
    Fa’che io non diventi una noiosa cantilena
    e neppure una triste canzone
    ma una dolce melodia,
    come il canto della pioggia mentre scende dal cielo
    o il bisbiglio degli alberi che parlano nel bosco.
    E quando tu sentirai solo silenzio
    vorrà dire allora
    che mi avrai dimenticato.
    Avevamo seminato fiori che profumavano di vento
    sul sentiero del nostro amore.
    Per te erano sogni
    per me poesie.
    E se un giorno avrò bisogno di tornare su quel sentiero
    sarà per cogliere un’illusione,
    un fiore che sussurra le parole d’amore
    che vorresti ascoltare.
    Oppure sarà
    che avrò bisogno di sentire soltanto
    il profumo del vento.




    Francesco Sonis


    Opera 7^ classificata


    Le dolci ombre dell’ infanzia


    Nei ruscelli senz’acqua
    nella campagna d’asfodeli
    nell’uomo a cavallo
    e il fucile a tracolla
    le ombre dell’infanzia
    corrono, corrono
    con una piccola donna
    che balbetta d’avere un figlio
    e impaurisce al gesto
    crudele di una vecchia.


    Le dolci ombre dell’infanzia
    sussultano allo scoppio
    dei barattoli di carburo
    e volano sognando
    sul nero vestito della maestra.


    Le dolci ombre dell’infanzia
    vanno, vanno piangendo
    con ruote di camion
    nel cortile
    di un chiuso orfanotrofio.
    Masticano gallette americane
    e dormono in lugubri dormitori.


    Le dolci ombre dell’infanzia
    sono scomparse
    nella polvere del tempo
    come stelle trafitte
    di un bel carnevale.




    Marino Beltrame


    Opera 8^ classificata


    Bassorilievi


    È persino commovente
    questo nostro scolpire, ostinati,
    le nostre vite come bassorilievi
    grotteschi e disperati,
    figure mitologiche incollate
    con misture di saliva e sangue,
    sapendo che tornerà il vuoto,
    dal basso, a farsi avanti,
    lasciando piedistalli d’aria,
    le infinite nicchie delle nostre assenze,
    a incorniciare il niente.




    Dario Marelli


    Opera 9^classificata


    L’isola dei Cipressi


    Sono qui ammirato davanti al riso
    delle gazze e ai cent’occhi del pavone
    e nel fruscio del vento ascolto le domande,
    m’innamora il garbo semplice dei vecchi
    che separano con cura tra le mani
    l’erba buona e la gramigna
    e tremanti accarezzano la terra come figlia.
    Sussurrano alle starne parole di silenzio
    affidando al volo a raso fra i cipressi
    il ricordo argenteo ormai sbiadito
    del profilo di colline a mezza luna.
    Là dove un tempo l’uomo si sedeva amico
    a penetrare il segreto delle stelle
    e in un’estasi di pace a testa alta
    ritornava al focolare.
    A smorzare una brace di sogni
    e la pretesa dei tizzoni
    di rimanere sempre accesi, a scaldare
    la pietà dei muri nel saluto della notte.
    Sul comodino abitato dai tarli
    la pagina sgualcita di una Bibbia
    raccontava il sudore antico della fronte,
    la preghiera contadina a un Dio lontano
    in nome del pane di domani.


    E ora è sempre troppo breve e raro
    ravvisare nello sguardo quel sorriso di stupore
    ed è struggimento vano il desiderio
    di trovar riparo al nostro “sbaglio di natura”


    cospargerci di grazia al sacro tempio del cielo.


    L’isola dei Cipressi si trova sul Lago di Pusiano




    Giacomina Nolli


    Opera 10^ classificata


    Futuro anteriore


    Avrò fatto scivolare sabbia bagnata tra le dita
    – gesti inutili ma essenziali –,
    trattenuto lo sguardo di uno sconosciuto
    per cercarci paglia arsa
    e lasciargli l’alito tiepido dei desideri.


    Sarò stata nebbia fitta di legami rancorosi
    e delizia di un fugace incontro.
    Avrò tessuto come novella Penelope
    speranzose tele lasciate incompiute
    senza invecchiare nell’attesa.
    Sarò approdata su suoli belligeranti
    armata di parole sincere e fendenti
    costretta a stringere le mani inermi delnemico
    lasciando scrivere ad altri il lieto fine.
    Avrò stretto nei denti lo spirito ribelle che mi implorava
    mentre perdevo per strada i semi della mia debole fraternità.
    Avrò fiutato che il pericolo sta nel futuro anteriore
    illusione di certezza
    e così ora partorisco il mio incerto presente.




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